I Palazzi

Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale di Modena è stato sede della Corte Estense tra Seicento ed Ottocento. Dall'Unità d'Italia, il Palazzo ospita la prestigiosa Accademia militare di Modena. Tra i più illustri ex-allievi dell'Accademia troviamo 10 Marescialli d'Italia, un Maresciallo dell'Aria, 31 ministri, sei Presidenti del Consiglio, 31 Senatori del Regno e tre Senatori della Repubblica e 1 Deputato: di questi i nomi più illustri sono ricordati nella Galleria della memoria del museo storico dell'Accademia militare, ubicato nella sede stessa del Palazzo Ducale.

La sua costruzione fu iniziata da Francesco I d'Este nel 1634 e fu finita da Francesco V. Il Palazzo sorse su un precedente "Forte Estense" e la sua architettura fu creata anche da interventi di Bernini e Borromini.

La maestosa facciata del Palazzo, alleggerita dal gioco cromatico dei marmi, è stata recentemente restaurata. Dalla porta centrale si accede all'elegante "Cortile d'onore", sede delle cerimonie militari, e al suggestivo "Scalone d'onore". Nel Salone centrale è degno di nota il soffitto, affrescato nel Settecento da Marco Antonio Franceschini con l'incoronazione di Bradamante, capostipite degli Este, già celebrata da Ariosto nell'Orlando furioso. Suggestiva testimonianza dello sfarzo della piccola corte modenese nel Settecento è il "Salottino d'oro", il gabinetto di lavoro del duca Francesco III, che nel 1756 lo fece rivestire e decorare con pannelli rivestiti di oro zecchino.

Di fronte al Palazzo si alza una statua dedicata all'eroe risorgimentale Ciro Menotti, mentre alle spalle si trovano i principali "Giardini pubblici" di Modena, anteriormente detti giardini botanici estensi.

Palazzo Comunale

Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma del risultato della ristrutturazione sei-settecentesca di numerose costruzioni sorte a partire dal 1046, tutte con la medesima funzione di edifici amministrativi e di rappresentanza. L'antica Torre civica (oggi Torre Mozza) crollò nel 1671 in seguito a un terremoto. Interessante nell'ala nord è la Sala delle Bifore, ambiente in cui è tornata alla luce parte della precedente facciata medievale, arretrata di alcuni metri rispetto alla precedente.

Teatro comunale Luciano Pavarotti

Il teatro, concepito nel 1838, fu costruito su iniziativa del podestà di Modena (il marchese Ippolito Livizzani) e con il contributo del duca Francesco IV di Modena. L'architetto Francesco Vandelli lo progettò su un'area cittadina di oltre duemila metri quadri, ottenuta acquisendo e demolendo alcune abitazioni. Fu inaugurato tre anni dopo, il 2 ottobre 1841, con il nome di "Teatro dell'Illustrissima Comunità".

Mercato Albinelli

Il "Mercato Albinelli" è un mercato ortofrutticolo nel centro storico di Modena, esistente dalla prima metà del XX secolo. I modenesi lo chiamano familiarmente anche "Mercato coperto". Spesso, quindi, si parla di "Mercato coperto Albinelli".

Complesso di Sant'Agostino

Il complesso di Sant'Agostino, che si estende per 25.000 m² circa, è situato alle porte del centro storico della città. Originariamente l'edificio ospitava un ospedale, il Grande Spedale degli Infermi, che il duca Francesco III volle verso la metà del XVIII secolo. Poco più tardi l'ospedale venne ampliato, raddoppiando il fronte su via Emilia, per ospitare anche l'infermeria militare. Nonostante la nascita del Policlinico, l'ospedale è rimasto in funzione fino al 2005, dopodiché il personale e l'attività sanitaria sono stati trasferiti nel nuovo ospedale di Baggiovara. Tra il 2005 e il 2008 l'intero edificio è stato acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha manifestato l'intenzione di trasformarlo nel nuovo polo della cultura, comprendente un polo bibliotecario, un centro linguistico per l'internazionalizzazione, un centro per la fotografia e per l'immagine, un polo espositivo, un centro di varie attività complementari ed economiche. Il progetto, che è stato curato dallo studio dell'architetto Gae Aulenti, scaturisce da un protocollo d'intesa firmato nel 2007 tra Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Ministero per i Beni Culturali, Comune di Modena.

Palazzo di Santa Margherita

Il Palazzo di Santa Margherita si trova in corso Canalgrande, in pieno centro storico, nel sito ove trovava posto anticamente una chiesa dedicata a Santa Margherita. Utilizzato nel XII secolo come convento, è divenuto poi caserma; successivamente, dal 1874 è stato sede del Patronato dei Figli del Popolo. Ora ospita la Galleria Civica, la Biblioteca Delfini, il Museo della Figurina e l'Istituto Musicale Orazio Vecchi. Gli spazi dedicati alla Galleria Civica comprendono la Sala Grande, che ospita le attività principali della Galleria; le sale al piano superiore, aperte nel 2004; un laboratorio didattico; un bookshop.

Foro Boario

Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse architettonico e urbanistico, poiché costruzione unica nel panorama negli interventi di architettura ducale per dimensioni, tipologia e collocazione. È costituito da un lunghissimo edificio (circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per circa 45 metri, è presente nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le Allegorie delle Armi, della Fertilità, delle Arti e del Tempo. Fu costruito nella prima metà dell'Ottocento per volontà di Francesco IV d'Austria d'Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all'architetto Francesco Vandelli, autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt'oggi sul lato che costeggia il versante sinistro di viale Berengario è presente una lapide voluta dal duca stesso, che riporta la data di edificazione (1831) e la dedica agli agricoltori (Honori et comodo fidelium agricolarum) impegnati nella costruzione del complesso. La struttura era inizialmente destinata al mercato bovino e all'immagazzinamento di prodotti agricoli, ma dopo poco più di un decennio l'edificio fu trasformato in caserma. In seguito, i cittadini ne rivendicarono l'uso (secondo ciò che peraltro il duca stesso aveva voluto) durante il regno di Umberto I. Nel 1989 vi iniziarono i lavori di restauro e riuso per la nuova sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Modena, inaugurata nel 1994 presso i piani superiori dell'edificio. A piano terra si trovano ora, nell'ala est, la biblioteca della Facoltà, e l'area adibita ad esposizioni temporanee, nella parte ovest. Dal 2002 la struttura ospita le mostre promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Cimitero di San Cataldo

Cimitero di San Cataldo (Monumentale Cesare Costa e Aldo Rossi) Poco fuori dal centro storico si trova il cimitero di San Cataldo, cimitero della città. È composto da due parti, un'antica e una recente. La prima porta il nome dell'architetto Cesare Costa ed è stata realizzata tra il 1858 e il 1876; vi si trovano numerose opere d'arte di notevole valore artistico. Tra i defunti seppelliti in questa parte si trova anche Enzo Ferrari, in una tomba a fianco di quella del figlio Dino; nonché Alberto Braglia (atleta) e Virginia Reiter attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero monumentale "Aldo Rossi", è costruita in base al progetto dell'architetto Aldo Rossi. La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci riservati ai pedoni. All'interno del cimitero ha sede la chiesa.

Teatro Storchi

Il teatro prende il nome da Gaetano Storchi, un ricco commerciante modenese che ne finanziò la costruzione. Sorge su un terreno della nuova area edificabile ricavata con la costruzione della barriera Garibaldi (1884), a seguito dell'abbattimento di porta Bologna (1882). L'ubicazione del teatro influenzò la singolare originale struttura dell'edificio, che presenta una doppia facciata: a settentrione si trova la facciata principale, che guarda su piazza Garibaldi, mentre quella da lato ovest si affaccia su viale Martiri della Libertà, un tempo il passeggio delle mura, ed è opera dell'architetto Maestri. L'edificio è nato sulla base di un progetto particolarmente ricercato, che prevedeva locali di servizio, ridotto, fumoir, caffè; tuttavia, la realizzazione avvenne in economia, su un terreno che apparve instabile fin dall'inizio, e soprattutto con l'impiego di materiali scadenti che ne compromisero ben presto la stabilità. A ciò si devono i numerosi successivi interventi di ristrutturazione e recupero dell'edificio. Tra i più rilevanti, si ricordano il rifacimento della copertura e la modifica della curvatura della sala ad opera dell'ingegnere Luigi Sfondrini di Milano; il restauro dell'esterno con rifacimento dell'intonaco e delle cornici del 1929, e un successivo intervento sulla sala nel 1931.